Attraverso la storia, l’Arte ha svolto un ruolo importante nel documentare eventi e rispecchiare lo stato d’animo delle persone.E questo momento non fa eccezione. Artisti da tutta l’Italia stanno creando arte ispirati dal coronavirus e dal modo in cui ci ha influenzati sia a livello globale che personale.
Federico Clapis, Milano
Per il significato delle sue opere l’artista lascia libera interpretazione al fruitore.
@FedericoClapis www.federicoclapis.com
Marco Veronese, Biella
Cosa ci lascerà il COVID-19? L’umanità ha l’Alzheimer. Per un pó ricorderà, ma poi tornerà a ripercorrere le stesse strade con una velocità in progressione, come ha sempre fatto dall’età della pietra ad oggi. Quello che chiamiamo progresso é il frutto del sogno di alcuni uomini che sono riusciti a realizzarlo, e quel processo creativo é inarrestabile, il problema é che tale progresso, in campo tecnologico e scientifico é stato talmente veloce da lasciare indietro il progresso filosofico…troppo elitario, apparentemente poco pratico, troppo cattedratico. La domanda é: come può il pensiero filosofico andare pari passo con tecnologia e scienza? L’arte dovrebbe essere il motore di spinta, ma anch’essa dovrebbe perdere quell’atteggiamento di supponenza, e di intellettualismi che la ammantano e la tengono legata al trono della superbia. Il mondo dell’arte ha un’ enorme responsabilità, perché l’arte non ha confini, non conosce barriere (quando é sincera), e attraverso l’uso di simboli é stata la prima forma di comunicazione non verbale, il primo trait d’union tra individui. Non possiamo chiedere alla politica di cambiare se stessa, ma dovremmo riaffermare con forza il valore e l’importanza dell’arte. Perché senza, non saremmo più liberi di sognare, di immaginare, di creare, di emozionare…
Una rappresentazione drammatica e forte dell’Italia, oggi uno dei paesi piú colpiti, dopo la Cina, dal virus. Questa installazione era stata fatta nel 2015, ma riproporla oggi prende un diverso significato e valore simbolico. Da una ferita aperta sgorga del sangue, ma una ciotola dorata appoggiata alla nuda terra evita che il liquido vitale si disperda. Croce e sangue simboleggiano il sacrificio che dovrebbe rimanere impresso nella memoria collettiva, e che dovrebbe spingere tutti noi a una maggiore consapevolezza.
Questo quadro é nato da una riflessione su questo momento cosi’ devastante per l’intera umanitá. Il COVID 19 ci ha fatto scoprire la nostra fragilitá, ci ha fatto percepire quanto microscopici siamo, piú dello stesso virus che sta infettando le nostre vite oltre chei nostri corpi. L’isolamento forzato aumenta le distanze tra individui e mette alla prova la nostra resilienza e forza spirituale. Solo facendo crescere la consapevolezza e l’empatia, l’umanitá di cui siamo potenzialmente intrisi verrá fuori, e man mano che cresceremo renderemo piú fragili le gabbie che spesso ci siamo autocostruiti e dentro le quali ci rifugiamo, fino a dissolvere, e allora il nostro cuore tornerà a battere il ritmo dell’universo.
Un tempo il destino dell’uomo dipendeva da alcuni accadimenti o elementi naturali, e per questo erano venerati come divinità. Oggi il destino della natura dipende da noi. Una sera, mentre guidavo verso Milano la radio passó “Earth song” di Michael Jackson, fu quella canzone ad ispirarmi la scultura “Fuck the world”. Rappresenta una mano scheletrica che tiene in equilibrio sul dito medio il pianeta (da qui il titolo) come fosse una palla, ma questo non é un gioco, e se continueremo a ferire la Terra saremo noi a morire dissanguati.
http://www.marcoveronese.com @MarcoVeronese
Maximiliano Pellegrini, Roma
Le finestre come sbarre, i pensieri come compagni di cella
“Pandemia,quarantena, isolamento,tutte parole che conosciamo ma che fino ad ora nessuno ne conosceva veramente il significato.da ormai tre settimane siamo costretti in casa,gli affetti lontani e tante incertezze sul presente e sul futuro. Ci affacciamo alle finestre e vediamo il mondo fuori.tutto scorre lento,le strade deserte, i negozi chiusi,sembra sempre domenica ma non quelle domeniche belle che ci ricordiamo e che vorremmo riviverci come prima di questa epidemia.Le finestre in questo momento sono come sbarre e i pensieri che ci saturano la mente sono come compagni di cella.”
@Maximiliano_Pellegrini www.maximilianopellegrini.com
Roberto Taddei, Cecina, Livorno
“La partita a scacchi con il nostro destino è cominciata già da un po’. Le nostre mani si muovono contro un nemico invisibile che vuole farci “scacco matto”. Non riusciamo a vederlo in faccia, il virus è subdolo e si nasconde, ma la nostra volontà è più potente e anche se distanti gli uni dagli altri riusciremo a batterlo insieme. Così lo sfideremo, con il nostro impegno e la nostra volontà, rivendicando il nostro sacrosanto diritto a essere umani, a riprenderci quella libertà che ci sembrava così scontata, lontani dalla “prigione” in cui siamo costretti a vivere adesso”
Roberto_Geovanni_Taddei http://robertotaddei.it
Balbusso Twins (Anna + Elena), Milano
“Per esprimere il nostro stato d’animo durante questo periodo di auto isolamento a Milano, contemporaneamente ai progetti su commissione per i nostri clienti nel mondo, abbiamo creato una serie di immagini sull’impatto del coronavirus. Sono lavori personali che fanno parte della nostra ricerca artistica. Scegliamo argomenti che toccano la nostra sensibilità e li sviluppiamo dando la nostra libera interpretazione. “
“He was my father” (era mio padre) rappresenta l’empatia e la compassione tra il medico e il paziente. Il nostro pensiero è rivolto a tutte le vittime, migliaia di persone sono morte per coronavirus (COVID-19). Migliaia di persone sono decedute da sole senza poter salutare i propri cari. Vogliamo esprimere la nostra vicinanza a tutte le famiglie colpite da questa enorme tragedia. Il medico che accarezza il paziente morente sotto la terapia del respiro c-pap esprime anche la sofferenza dei famigliari che hanno dovuto rimanere separati dai propri cari ammalati senza poterli assistere e dare loro un conforto.
“SOS” (Aiuto) vuole essere un ringraziamento agli straordinari medici e personale sanitario impegnati in questa dura battaglia contro il coronavirus. Abbiamo cercato di trasmettere l’affaticamento, la sofferenza, l’empatia dei medici e infermieri in prima linea che ogni giorno devono trattare migliaia di pazienti in condizioni estremamente difficili. Abbiamo condiviso sui social la nostra opera per promuovere anche la raccolta fondi in favore dell’Associazione italiana contro i Tumori LILT Milano Monza Brianza @liltmilano, pensando ai malati di tumore che in questo momento difficile si sentono ancora più soli e abbandonati. Hanno bisogno del nostro aiuto, ecco il link per donare: ttps://legatumori-mi.retedeldono.it/it/stop-coronavirus?utm_medium=dem2503
La serie “Love” include tre immagini:
“Love Italy” Quando la pandemia ha colpito l’Italia, sopratutto la regione Lombardia dove viviamo, abbiamo sentito l’esigenza di creare una seconda immagine con la bandiera italiana e il Duomo di Milano. E’ il nostro personale tributo al nostro paese e soprattutto a Milano, nostra città di adozione.
“Made with Love”Abbiamo realizzato la prima immagine in occasione della festa di San Valentino dello scorso febbraio per esprimere la nostra vicinanza e supporto a tutte le persone costrette all’isolamento in tutti i paesi allora colpiti dall’epidemia, soprattutto abbiamo pensato ai cinesi di Wuhan.L’immagine è stata condivisa sui nostri social il 12 febbraio 2020.
“Love NYC” La terza immagine è stata creata per esprimere la nostra vicinanza e sostegno a tutti i nostri amici newyorchesi e al popolo americano.Dopo Milano, New York è la nostra seconda città adottiva ed è sempre nel nostro cuore. L’America ha sempre creduto e sostenuto il nostro lavoro.
@Balbusso_Twins http://www.balbusso.com
Lorenzo Quinn
www.lorenzoquinn.com @LorenzoQuinnArtist
Giuseppe Portella, Milano
Ciclo delle sfere – cm 55×75 – semisfere in resina su tavola. Marzo 2020
“I più deboli e fragili sono da sempre i primi a cadere per le conseguenze di una guerra, e questa è una guerra silenzosa ed inesorabile, dai risvolti inediti.
Questo virus imporrà una revisione radicale di tutto il sistema della nostra civiltà. Ho ancora negli occhi le immagini dei camion incolonnati a Bergamo con le salme dei caduti a causa di questa guerra. Se ne sono andati in silenzio, senza l’ultimo saluto dei loro cari, soli nella loro sofferenza. Ciò che ho provato nei loro confronti è un grande senso di vuoto e di impotenza. Ai miei compatrioti caduti dedico questo lavoro, gli Italiani sono un popolo straordinario ed io sono fiero di farne parte. CE LA FAREMO”
@Giuseppe.Portella https://giuseppeportella.it
Luca Vagnoni, Milano
“Surreale” è la parola più approriata per descrivere Milano in questi giorni di quarantena, sensazione resa se possibile ancora più opprimente dal cielo plumbeo che sovrasta la città. Le vie del centro, Brera, corso Como, fino a qualche giorno fa ancora brulicanti di ragazzi affamati di movida e businessman perennemente incollati al proprio smartphone ora sono deserte, attraversate da sparute persone che le percorrono con passo affrettato (forse l’unica cosa che sopravvive dello “stile di vita milanese”).
Tutto è scomparso sostituito dal silenzio interrotto solo dal suono ovattato dei notiziari proveniente dagli appartamenti e dalle auto della polizia locale che rimandano l’imperativo di “restare a casa”.
Non credo che questo stato di cose possa durare ancora a lungo presto la tenisone accumulata e nascosta nel privato dovrà trovare sfogo
Taris Persiani, Bologna
L’ispirazione per questo progetto me l’ha data un testo di “Cristina Comellini”, parla di come Manzoni e Boccaccio ci spiegano, attraverso i loro scritti, l’effetto più terribile della peste, l’odiarsi a vicenda. La peste era cosi contagiosa da avere paura di avvicinare i propri figli, da odiarsi gli uni con gli altri per la paura.”In generale, entrambi rispondevano in modo simile, invitando a essere uomini, a restare umani quando il mondo impazzisce.”
Manzoni non l’aveva vista, la peste,
ma aveva studiato documenti su documenti.
E allora descrive la follia, la psicosi,
le teorie assurde sulla sua origine, sui rimedi.
Descrive la scena di uno straniero (un “turista”)
a Milano che tocca un muro del duomo e viene linciato
dalla folla perché accusato di spargere il morbo.
Ma c’è una cosa che Manzoni descrive bene,
soprattutto, e che riprende da Boccaccio:
il momento di prova, di discrimine, tra umanità e
inumanità. Boccaccio sì che l’aveva vista,
la peste. Aveva visto amici, persone amate,
parenti, anche suo padre morire.
E Boccaccio ci spiega che l’effetto più
terribile della peste era la distruzione del
vivere civile. Perché il vicino iniziava a
odiare il vicino, il fratello iniziava a odiare
il fratello, e persino i figli abbandonavano
i genitori. La peste metteva gli uomini l’uno
contro l’altro. Lui rispondeva col Decameron,
il più grande inno alla vita e alla buona civiltà.
Manzoni rispondeva con la fede e la cultura,
che non evitano i guai ma, diceva,
insegnavano come affrontarli.
In generale, entrambi rispondevano in modo
simile: invitando a essere uomini,
a restare umani, quando il mondo impazzisce.
-Cristina Comellini